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La riabilitazione propriocettiva, cos'è e a cosa serve

La riabilitazione propriocettiva, cos’è e a cosa serve

Introduzione

La riabilitazione propriocettiva sta avendo una rilevanza sempre maggiore. Questo perché il valore dell’esercizio terapeutico e del corretto movimento trova un sostegno di evidenze scientifiche molto importante, tanto che l’esercizio è definito una vera e propria medicina.

Nel corso di questo articolo prenderemo in esame questo tipo di riabilitazione, analizzandone il significato, gli aspetti caratteristici e i motivi della sua importanza.

riabilitazione propriocettiva

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    Cosa significa riabilitazione propriocettiva

    Propriocezione è un concetto introdotto dallo studioso Sherrington, di cui si parla molto in riabilitazione ed è definito come la capacità di percepire e riconoscere il proprio corpo nello spazio.

    Per ottenere questo controllo motorio siamo dotati di tutta una serie di recettori (presenti nella cute, nelle articolazioni, nei legamenti…) che inviano informazioni al cervello il quale ha il compito di elaborarle e poi di trasmettere il conseguente messaggio di contrazione e rilascio ai rispettivi gruppi muscolari, così da ottenere il movimento fisiologico più ergonomico possibile ed utile allo scopo che vogliamo ottenere.

    L’aspetto propriocettivo, parallelamente a quello muscolare va diminuendo in caso di dolore o trauma e, per recuperare la corretta funzionalità è necessario riabilitarlo.

    Cos'è la riabilitazione propriocettiva

    La riabilitazione propriocettiva include tutte quelle tecniche ed esercizi utilizzati in fisioterapia che hanno lo scopo di recuperare e migliorare la propriocezione del nostro corpo.

    Si utilizzano tecniche manuali di mobilizzazione passiva o assistita, e specifici esercizi attivi, molti dei quali vengono fatti eseguire anche con l’ausilio di strumenti come pedane oscillanti o superifici irregolari, il tutto per stimolare i recettori periferici.

    La piramide di Panjabi

    La riabilitazione propriocettiva ha una rilevanza fondamentale nel recupero e nel miglioramento delle performance motorie.

    La piramide di Pajabi è uno schema creato dallo studioso Panjabi nel 1992 secondo cui la stabilità di un’articolazione è garantita da tre elementi:

    • Anatomici: forma, solidità, dimensione dei margini ossei, articolari, capsulari, legamentosi ecc…
    • Muscolari: forza e attivazione dei muscoli stabilizzatori nel corso del movimento;
    • Propriocettivi: capacità di saper coordinare quell’articolazione o quel complesso di articolazioni come nel caso di un intero arto, al fine di raggiungere l’obbiettivo stabilito.

    La riabilitazione propriocettiva deve essere effettuata parallelamente al recupero motorio della forza, alla terapia fisica o alla terapia manuale.

    Quali sono gli strumenti della riabilitazione propriocettiva

    Di seguito ti elencheremo gli strumenti più utilizzati nella riabilitazione propriocettiva:

    • Il pavimento: si hai capito bene, il suolo. Si cerca di migliorare e recuperare il più possibile lo schema motorio con esercizi a corpo libero, che possono essere amplificati con l’utilizzo di pesi, mentre il soggetto poggia i suoi piedi, ginocchia, corpo sul pavimento.
    • Tavoletta di Freeman: è uno degli ausili più utilizzati per la riabilitazione, la prevenzione e il miglioramento delle prestazioni motorie dell’arto inferiore e non solo. Gli esercizi sulla tavoletta di Freeman possono avere l’obbiettivo di far restare stabile il piede sulla tavoletta mentre il resto del corpo sta in posizione statica oppure effettua dei movimenti. La tavoletta di Freeman è utilizzata quasi sempre nella riabilitazione propriocettiva di cui prende anche il nome, a volte è chiamata anche tavoletta propriocettiva.
    • Sistemi propriocettivi di ultima generazione: sono stati creati molti device che registrano i movimenti che il paziente effettua su una tavoletta propriocettiva e vengono riportati in tempo reale su un pc. Questi sistemi permettono anche di registrare l’intera seduta, ed eventualmente metterla in confronto con le sedute successive, così da avere una stima di come stia evolvendo il progresso terapeutico.
    • Pedana propriocettiva: normalmente si tratta di un cuscino di gomma rigida, a base circolare, ripieno di aria o di acqua. In questo modo, quando ci si poggia si ha un piano instabile sul quale il piede, la caviglia, il ginocchio, l’anca e tutto il resto del corpo devono adattarsi. In caso di esercizi in appoggio bipodalico, con tutti e due i piedi, si preferisce utilizzare due tavolette propriocettive.
    riabilitazione propriocettiva gli strumenti utili

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