L’Idrokinesiterapia nella cura del complesso articolare caviglia-piede
Le problematiche del complesso articolare caviglia-piede
Si distinguono tre tipi di lesione:
- Recenti di grado variabile da 0 ( semplice distrazione acuta senza rottura legamentosa ) al grado 3 ( con ampia lesione dei legamenti del compartimento esterno, importante ematoma perimalleolare ed impossibilità di deambulazione )
- Recenti su precedenti ( si verificano entro un anno dal primo episodio distorsivo )
- Inveterate ( le frequenti distorsioni o l’insufficienza dei trattamenti eseguiti portano progressivamente ad una instabilità cronica di caviglia con sublussazione recidivante della tibiotarsica)
L’articolazione tibiotarsica è un’entità anatomo-funzionale formata dalle articolazioni tibio-peroneo-astragalica, sottoastragalica e mediotarsica e dai rispettivi mezzi di stabilizzazione: la capsula articolare ed i complessi legamentosi mediale e laterale (il più interessato da eventi traumatici lesivi).
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Le principali problematiche del complesso articolare caviglia-piede riguardano:
- distorsioni tibiotarsiche, le fratture (soprattutto di tibia, tibia e perone insieme e, meno frequente, perone isolato)
- tendinopatie (processi infiammatori e/o degenerativi a livello dei tendini, ovvero le strutture di ancoraggio dei muscoli alle ossa).
La distorsione in particolare rappresenta il momento lesivo più frequente per l’articolazione della caviglia in quanto determina una distrazione capsulo-legamentosa acuta, con lesione di vario grado dei legamenti del compartimento laterale.
Idrokinesiterapia: Acqua e fisioterapia un ottimo binomio
In acqua la combinazione tra l’annullamento della gravità e l’effetto della temperatura permette di ottenere risultati più rapidi. Le sedute riabilitative in ambiente microgravitario mostrano infatti una miglior efficacia nel ridurre il dolore, nel facilitare il riassorbimento dell’edema e nel diminuire le contratture antalgiche. Il risultato sarà un’immediata ripresa del movimento articolare, del tono muscolare, con miglioramento dell’equilibrio e della propriocezione.
Occorre precisare che l’idrochinesiterapia è complementare al lavoro di fisioterapia svolto a secco, in quanto solo un uso sapiente di entrambi gli approcci comporterà il raggiungimento di un risultato ottimale, anche in termini di tempo e sforzi. Inoltre per rendere ottimale il percorso riabilitativo si possono associare terapie strumentali quali Tecarterapia, Laserterapia e manuali come Osteopatia e Linfodrenaggio.
E’ proprio su questo binomio che si fonda il nostro lavoro che ha come priorità il recupero dei disordini posturali, al fine di prevenire l’evoluzione di questi ultimi in vera patologia dei vari distretti articolari ( tra cui anche il complesso caviglia-piede).
Obiettivi:
- Recupero dell’articolarità
- Recupero della propriocezione
- Recupero della forza
- Prevenzione delle recidive
Fasi del percorso riabilitativo e strategie di recupero
FASE INIZIALE
In questa fase, a seconda del carico concesso, gli esercizi in acqua possono essere eseguiti in scarico totale o carico parziale, agendo sulla profondità dell’acqua ed utilizzando specifici attrezzi galleggianti.
- Pedalata in acqua profonda con cintura galleggiante
- Crawl ( = stile libero ) o dorso con tavoletta
- In galleggiamento verticale, in acqua profonda ( con sostegno del tubo sottoascellare e mani attaccate al bordo vasca ), effettuare movimenti di flessione dorsale-plantare, pronazione-supinazione e circonduzione nei due sensi
- Esercizi propriocettivi con tavoletta galleggiante ( in modo da recuperare il pieno controllo dell’articolazione ) in fase statica ( descrivendo varie traiettorie con il piede dell’arto traumatizzato sopra la tavoletta sollevata dal fondo vasca ) o dinamica ( andature varie con/senza tavoletta e con/senza afferenza visiva in modo da creare un’instabilità continua durante le varie fasi del passo )
Al termine della seduta o durante le pause della stessa idromassaggio drenante, esercizi di stretching, massaggio manuale subacqueo e trattamento generale osteopatico finalizzato a restituire ritmo e mobilità alle principali articolazioni del piede ( nel rispetto della sintomatologia )
FASE INTERMEDIA
1. Esercizi finalizzati al recupero della padronanza motoria e della corretta deambulazione (su superfici instabili con appoggio bipodalico e monopodalico, con/senza destabilizzazioni da parte dell’operatore, in situazioni di alto impegno neuromuscolare come per esempio mantenere l’equilibrio in appoggio su un avampiede da un lato e con l’altro piede effettuare micromovimenti controllando la tavoletta sottostante).
2. Esercizi finalizzati al potenziamento muscolare (lavoro in acqua alta con resistenze, esercizi su step come salire e scendere utilizzando sempre come primo appoggio l’arto leso, deambulazione controcorrente e nuoto tipo crawl o dorso con pinne corte)
FASE AVANZATA
- Esercizi di potenziamento muscolare e condizionamento fisico ( ove possibile ad esempio corsa controcorrente in avanti, indietro e laterale )
- Recupero motorio e propriocettivo dei gesti abituali e sportivi ( salire e scendere le scale, cyclette in acqua alta e per gli atleti simulazione di gesti sport specifici, per esempio se parliamo di uno sciatore, in appoggio bipodalico su tavola propriocettiva, simulare uno slalom controcorrente )
Il programma in genere si articola in dieci sedute a frequenza bisettimanale con eventuali ed ulteriori richiami a seconda dell’entità del trauma e su richiesta dello specialista.
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