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Cervicale sintomi e rimedi: cosa può fare la fisioterapia

Cervicale sintomi e rimedi: cosa può fare la fisioterapia

Dolore cervicale quali sono le cause

Introduzione

Il tratto cervicale in stato infiammato rappresenta uno dei sintomi dell’apparato muscolo – scheletrico più ricorrenti, soprattutto fra i quaranta e i sessant’anni. Si tratta di una delle cause principali di mancanza dall’attività professionale nei paesi ad alta industrializzazione.

Il tratto cervicale coincide con la parte superiore della colonna vertebrale: è formato da sette vertebre cervicali, articolate fra loro, connesse da legamenti e ricoperte da diversi strati muscolari. Il rachide cervicale sorregge la testa, permettendone la mobilità, e protegge le strutture vascolo – nervose del collo.

Ci sono diverse cause e fattori di rischio per il sopraggiungere di un dolore cervicale, comunemente detto cervicalgia. Analizziamo i sei principali sintomi della cervicale infiammata: fastidio al collo, contrattura muscolare, limitazione articolare del collo, disturbi di sensibilità e/o deficit di forza agli arti superiori, cefalea, nausea e capogiri.

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    Il dolore cervicale cause e conseguenze

    In presenza di dolore al collo, di intensità variabile (generalmente molto acuta e più lieve ma costante nelle condizioni croniche), può essere localizzato esclusivamente al collo o irradiarsi a spalle, braccia e mani. In diversi casi il dolore è passeggero e di breve durata e può risolversi anche da solo.

    Quando i problemi persistono per oltre tre mesi assumono caratteristiche croniche ed è una condizione più complessa da trattare: è fondamentale procedere ad una diagnosi e ad un trattamento adeguato, anche per scongiurare un uso eccessivo di farmaci da banco.

    Nella stragrande maggioranza dei casi il dolore è accompagnato anche da una contrattura dei muscoli del collo, in particolare a carico del muscolo trapezio. Si tratta di un meccanismo di difesa riflessa del corpo che, però, se insiste a lungo, può essere esso stesso fonte di dolore.
    Una delle caratteristiche più fastidiose dei dolori cervicali è la sensazione di sentirsi bloccati nei movimenti senza essere in grado di girare la testa oltre un determinato range articolare.

    In presenza di ernia c’è la possibilità che si avvertano disturbi riferiti alla sensibilità tattile, termica e dolorifica e/o deficit di forza agli arti superiori.
    Nelle pazienti che soffrono di problemi al tratto cervicale la presenza di mal di testa è decisamente maggiore rispetto alla popolazione generale.
    Molto ricorrente, soprattutto nelle persone che soffrono anche di cefalea, è il sopraggiungere di capogiri con disturbo dell’equilibrio, accentuato durante i movimenti bruschi della testa o durante i campi posizionali.

    La prima causa di dolore cervicale a insorgenza improvvisa sono gli eventi traumatici, magari mentre si esercita uno sport o il comune colpo di frusta in seguito ad un tamponamento in automobile.
    Fare un’attività professionale che comporta lo stare seduti per tanto tempo nella stessa posizione è un fattore di rischio. Avere uno stile di vita sedentario con poca attività fisica comporta nel tempo un’ipotrofia dei muscoli diffusa con ridotta capacità anche della muscolatura della colonna vertebrale di reagire ad eventuali noxe patogene.
    È stata inoltre rintracciato un collegamento fra cervicalgia e problemi di cattiva occlusione dentaria: nel momento in cui le arcate dentarie non coincidono in maniera perfetta a bocca chiusa e nelle disfunzioni dell’articolazione temporo – mandibolare, è ricorrente l’instaurarsi di tensioni dei muscoli che possono propagarsi sino alla zona cervicale del rachide e talora essere alla base di fastidiose cefalee.
    Alcune patologie cronico – degenerative predispongono allo sviluppo di dolore cervicale: artrite reumatoide, malattie reumatiche e del connettivo, osteoartrosi, presenza di ernie del disco intervertebrale.

    • Stati di stress, depressivi e le sindromi ansiose sono fattori da non trascurare: nelle condizioni di stress fisico e/o psichico l’organismo da vita ad una serie di fattori pro – infiammatori e mediatori chimici ipoteticamente dannosi.
    • Tendenza ad avere posture errate: mantenere a lungo posture sbagliate, tipicamente con la parte superiore della colonna piegata e la testa anteposta può provocare, alle lunghe, delle tensioni e squilibri dei muscoli che possono diventare strutturate ed essere alla base di patologie e dolori.
    • Alterazioni delle fisiologiche curvature del rachide (rettilineizzazione cervicale, ipercifosi dorsale, scoliosi, iperlordosi lombare) fanno mutare le normali curvature di carico cui la colonna è sottoposta e possono essere all’origine di sovraccarichi funzionali.

    I motivi alla base dell’origine di uno stato infiammatorio della cervicale con annessi sintomi sono diversi e vanno dalle più semplici cause posturali e muscolo-tensive a motivazioni potenzialmente anche decisamente gravi. Sovente la diagnosi è clinica. Il medico potrà eventualmente richiedere l’esecuzione di esami strumentali, tra cui radiografia standard, tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica nucleare (RMN), elettromiografia.
    Per fare attività di prevenzione verso la cervicalgia è importante fare una vita sana.

    È quindi consigliabile praticare attività sportiva, avere una postura idonea, seguire un’alimentazione in maniera equilibrata, risposare su un materasso e cuscino giusto, evitare di fumare. Se si pratica una professione di ufficio o che comporta lo stare seduti per molte ore, è fondamentale fare delle pause ricorrenti e a intervalli regolari in cui poter alzarsi in piedi, camminare, fare stretching.

    cervicalgia alterazioni posturali e srutturali

    I trattamenti per il dolore cervicale

    Ci sono diversi trattamenti per intervenire in caso di cervicalgia.

    • Farmaci: indicati soprattutto se i dolori sono forti, chiaramente su prescrizione del medico. È possibile prendere farmaci analgesici, antinfiammatori (FANS o a base di cortsine) e/o miorilassanti.
    • Terapie fisiche: onde d’urto focalizzate o radiali, laserterapia, tens, tecarterapia, ultrasuoni.
    • Termoterapia: ci sono due modalità, a seconda di determinati fattori, quali la sensibilità al calore del paziente, se questi è portatore di parti metalliche, come protesi osteosintetiche o pacemaker, se soffre di disturbi legati alla pressione arteriosa, o se parliamo di una donna in stato interessante. In queste situazioni si utilizza la modalità di superficie, che utilizza lampade a infrarossi o applicazioni di fanghi termali, che alzano la soglia di percezione del dolore e agevolano la vascolarizzazione, diminuendo la contrattura dei muscoli. In tutti gli altri casi, si fa ricorso alla modalità profonda che ricorre a trattamenti con microonde e onde corte; la commistione dei loro effetti elettrici e magnetici consente di trasmettere la corrente all’interno del tessuto dei muscoli e all’osso con un effetto termico quasi nullo a livello dei tessuti superficiali: pelle e grasso.
    • Ultrasuoni: queste onde hanno un effetto meccanico di riscaldamento dei tessuti e uno trofico che agevola la rigenerazione della zona dove insistono le problematiche. La tecnologia che garantusce migliori risultati è un generatore di ultrasuoni Pulse a 3 Mhz, che da origine ad una pressione di 30 bar con una frequenza di interruzione di 100 Hz al 20 percento (2 ms – 8 ms), per un effetto esclusivamente analgesico, o altrimenti con una frequenza di 48 Hz al 19 percento (4 ms – 16,8 ms), quando il risultato auspicato è quello antinfiammatorio. Si inizia con intensità compresa fra 0,3 e 0,5 W/cm2, utilizzando una testina ERA di 5 cm2, per giungere fino ad un massimo di 1,2/1,5 W/cm2. La durata del trattamento si determina moltiplicando il numero di testine che entrano nella parte trattata, per 1 o 1,5 minuti per ogni testina. Si può anche eseguire una terapia combinata, che consiste nell’applicazione simultanea di ultrasuoni a 3 Mhz, 100 Hz al 20 percento, con intensità di 0,5 W/cm2, e una corrente interferenziale bipolare, con onda portante a 4000 Hz e AMF (ampiezza di modulazione di frequenza) di 100 Hz. Gli effetti di questo trattamento sono decisamente apprezzabili dal paziente, quando alla cervicalgia si accompagna la presenza di trigger point.
    terapia fisica per la cervicalgia
  • Elettroterapia: il trattamento a media frequenza con correnti interferenziali, che usa selettivamente l’applicazione tetrapolare con vettore automatico. In questo caso, si pongono due elettrodi nella zona alta della colonna cervicale e altri due nella parte bassa, si connettono e si produce una sovrapposizione di correnti.
    Per il trattamento delle fibre sensitive, si prende in considerazione una corrente portante di 4000 Hz, AMF di 60 Hz e modulazione dello spettro di 90Hz. Si va incrementando l’intensità di ambedue i circuiti fino a raggiungere il livello massimo sopportabile, sotto la soglia del dolore. Per il trattamento delle fibre motorie, si prende una corrente portante di 4000 Hz, AMF di 5 Hz e modulazione dello spettro di 15 Hz. La durata totale dei due trattamenti può variare tra i 15 e i 25 minuti. A seguire, il trattamento a bassa frequenza con correnti del tipo TENS, che, quando utilizziamo una frequenza compresa tra 50 e 100 HZ, causa il cosiddetto effetto “controllo a cancello”, attivando le fibre sensitive di tipo A alfa, e causando l’interruzione della trasmissione degli stimoli nocicettivi che vengono trasmessi dalle fibre di tipo A delta e tipo C. Si incrementa l’intensità fino a quando si avverte una sensazione di bruciore o formicolio intenso, senza giungere a dare origine alla contrazione; generalmente nel tempo si genera assuefazione, per cui si potrà in seguito aumentarla ancora. La durata del trattamento è di almeno 30 minuti. Diversamente, se si seleziona una frequenza compresa tra 3 e 8 Hz, si agevolerà la produzione di endorgine che intervengono come oppioidi endogeni. In questa situazione, la durata è di 20 minuti. In entrambi i casi, gli elettrodi vanno posti seguendo il profilo dei muscoli doloranti.
  • Mesoterapia: deve essere eseguita esclusivamente dal medico, consistono nell’iniezione sottocutanea di sostanze terapeutiche (antinfiammatori, anestetici locali, soluzione fisiologica).
  • Fisioterapia: terapia manuale ed esercizi assistiti dal fisioterapista con cura particolare alla rieducazione posturale.
  • terapia manuale per la cervicalgia
  • Intervento chirurgico: è un’ipotesi che il medico può prendere in considerazione solo in situazioni particolari, in cui esista una indicazione puntuale e in seguito all’esito negativo della terapia conservativa.
  • In caso di dolori alla cervicale è importante sciogliere le tensioni profonde mediante massaggi o leggere trazioni. Può essere utile praticare il seguente esercizio: in piedi, inclinate la testa a destra e poi a sinistra gradatamente. Si sentirà la muscolatura estendersi ad ogni espirazione, mentre si raccoglie l’energia quando inspirate. Dopodiché alzare un braccio e abbassare l’altro; spingere ambedue indietro e invertire.
    Per i problemi alla cervicale si può fare ricorso anche alla ginnastica isometrica che può essere praticata ovunque: con le mani dietro alla testa forzare in avanti ed in basso il capo, concentrando l’attenzione sulla sensazione di tensione a livello della muscolatura superiore del collo. Con una mano sulla testa esercitare una trazione laterale verso destra e ripetere poi a sinistra, sempre mantenendo ben ferme le spalle. Volgere in maniera lenta la faccia verso l’alto fino da avere il capo rovesciato all’indietro.

    Lo stretching per la cervicalgia

    L’esercizio più comune, che consigliano i fisioterapisti, è lo stretching. Mettersi seduti di fronte ad uno specchio, raggiungere la posizione di allungamento in concomitanza con l’espirazione. Evitare di allungarsi fino al dolore eccessivo, rimanere in posizione per almeno 20 secondi e ritornare sempre gradatamente mai velocemente.

    • Da fare una volta: con le mani dietro la testa forzare in avanti ed in basso la testa. Si deve percepire tensione a livello dei muscoli posteriori del collo.
    • Da fare una volta per lato: con una mano sul capo svolgere una trazione laterale verso destra e rifarla poi a sinistra.
    • Da fare una volta: mettersi a faccia in su fino ad avere la testa rovesciata all’indietro.
    • Sono consigliati anche esercizi di mobilizzazione da seduti della colonna cervicale.
    • Da fare per cinque volte: rimanendo con il viso verticale portare in avanti e indietro la testa con un movimento di traslazione.
    • Da fare per cinque volte: guarda il soffitto e tornare piegando la testa verso il pavimento.
    • Da fare cinque volte per lato: volgere alternativamente la testa a sinistra e a destra provando a guardare all’indietro e al di sopra della spalla.
    • Da fare tre volte per lato: fare un cerchio con la testa provando a mantenere il tronco e le spalle fermi.
    • Da fare cinque volte in avanti e cinque volte indietro: con le mani alle spalle fare ampie circonduzioni delle spalle nei due sensi mantenendo il capo e il tronco fermi.
    • Da fare dieci volte: afferrare un bastone con tutte e due le mani, alzarlo verso l’alto e metterlo dietro la nuca mantenendo quest’ultima ferma.
    Stretching per la cervicalgia

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